Comunicato n. 217

L’Aula Magna del Rettorato, stamane, ha ospitato l’incontro “Economie regionali. L’economia della Sicilia”, durante il quale è stato presentato il rapporto regionale della Banca d’Italia. Un documento che riassume i risultati dell’attività di ricerca svolta a livello locale, con cui l’Istituto intende contribuire ad accrescere la conoscenza delle dinamiche di sviluppo del sistema economico della Regione Siciliana.

I lavori sono stati aperti dai saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, del Direttore del Dipartimento di Economia, prof. Gaetano Barresi, e della Direttrice della Sede di Palermo della Banca d’Italia, dott.ssa Milena Caldarella.

“Il Rapporto della Banca d’Italia – ha esordito la Rettrice – rappresenta un lavoro di alto valore analitico e strategico, da cui emerge come la nostra Regione sia una realtà dinamica ed in crescita. Le Università siciliane stanno lavorando intensamente nell’ambito del trasferimento tecnologico, incentivando tutto ciò che vi è connesso ed in particolare le start up, che in Sicilia dimostrano buoni tassi di crescita. Il nostro Ateneo sta compiendo molti investimenti per i percorsi di formazione giovanile in ambito STEM e sta lavorando per il settore dell’IA, in coerenza con quanto mostrato dal Rapporto. Il futuro ci potrà condurre ad una complementarità virtuosa tra innovazione, tecnologia e capitale umano per offrire un’offerta formativa e di ricerca competitiva”.

“Questo Rapporto – ha aggiunto il prof. Barresi – offre al Dipartimento di Economia spunti di confronto accademico e istituzionale interessanti, che ci consentiranno di predisporre sinergie utili per il territorio e la nostra Regione”.

“Per la Sicilia – ha detto la dott.ssa Caldarella – il 2024 è stato un anno positivo in cui l’attività economica è cresciuta del +1,3 per cento in misura meno intensa rispetto all’anno precedente, ma più robusta rispetto all’Italia (+0,7 per cento). Tutto ciò è stato possibile grazie all’espansione occupazionale registrata. Il quadro relativo alle Università siciliane evidenzia, oltretutto, un dato importante relativo allo sviluppo dell’offerta formativa che si è evoluta per rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e di una società in continua trasformazione. In particolare, è stata rappresentata una forte crescita dei corsi di tipo STEM, alla base delle conoscenze utili a generare una innovazione fondamentale per il futuro della Regione Siciliana. I dati indicano una incidenza di circa il 60 per cento dei Dipartimenti STEM rispetto al totale regionale; tale incidenza è pressoché uguale al dato del Mezzogiorno, ma superiore rispetto al Paese. La crescita, avvenuta nell’arco di una decina d’anni, è il manifesto per eccellenza dello sforzo compiuto dalle Università dell’Isola per la formazione di giovani proiettati ad un domani sempre più innovativo”.

Il rapporto, invece, è stato presentato dai dott.ri Antonio Lo Nardo, Giuseppe Saporito e Cristina Demma (Divisione Analisi e ricerca economica territoriale, Banca d’Italia – Sede di Palermo).

“Nel 2024 – ha commentato il dott. Lo Nardo – l’attività economica in Sicilia ha rallentato, pur continuando a crescere a ritmi più sostenuti rispetto alla macroarea e all’Italia: secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), come anticipato dalla dott.ssa Caldarella, il prodotto è aumentato dell’1,3 per cento in media d’anno. Inoltre, l’andamento positivo del mercato del lavoro ha, in ogni caso, sostenuto il reddito delle famiglie siciliane. Nel 2024 secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL) dell’Istat l’occupazione siciliana ha continuato ad espandersi. La crescita, pari al 4,6 per cento, è stata meno intensa rispetto all’anno precedente (5,5 nel 2023), ma ancora ampiamente superiore a quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, 1,5 e 2,2 per cento)”.

Il tema del mercato del lavoro, insieme a quelli dell’occupazione giovanile, del sistema universitario, degli investimenti nelle nuove tecnologie, dell’Intelligenza Artificiale e non solo sono stati approfonditi dai dott.ri Saporito e Demma. Contestualmente, i dati di maggior rilevanza testimoniano che il mercato del lavoro si è rivelato il settore che a livello regionale ha dato le maggiori soddisfazioni nel breve e medio termine. Il +4,6 per cento di crescita occupazionale – come evidenziato dal dott. Saporito – per la Sicilia rappresenta un dato che, nel 2024, triplica la media nazionale. A tutto questo si aggiunge un aumento delle contrattualizzazioni a tempo indeterminato e una crescita del lavoro femminile, con un divario uomo-donna ancora stimato al 24 per cento. La popolazione occupata si attesta al 47 per cento, risultato ancora inferiore alle medie nazionali.