Il 29 maggio, nel chiostro dell’arcivescovado di Messina, si è tenuta la tavola rotonda sul tema “Giovani e adulti oggi. Dialoghi di legalità su strade di speranza non violente”, in occasione della Giornata della Legalità “Ricordare Capaci” che l’Azione Cattolica diocesana organizza annualmente dall’anno successivo alla strage del 1992. Presenti diverse autorità: SER mons. Cesare Di Pietro (Vescovo ausiliare), l’Assessore Antonino Carreri, il Comandante dei Vigili Urbani Giovanni Giardina, il Questore dott. Annino Gargano e una rappresentanza dell’associazionismo cittadino e di altre istituzioni, tra cui alcune scuole.
Sono intervenuti: il dott. Michele Gugliandolo, psicoterapeuta; padre Alessandro Marzullo, parroco della Parrocchia Bisconte-Cataratti; la dott.ssa Maria Francesca Pricoco, Presidente del Tribunale per i minorenni di Messina. Le loro riflessioni hanno permesso di mettere a fuoco aspetti diversi del problema, in relazione alla loro esperienza personale e professionale.
L’incontro è stato moderato con garbo e sensibilità dai due vicepresidenti diocesani di Azione Cattolica del settore Giovani, Mariangela Licosi e Alessandro Aspa, che hanno consentito di mettere a fuoco alcuni punti fermi attraverso gli stimoli offerti ai relatori.
In apertura, il Presidente diocesano di AC, prof. Alberto Randazzo, ha sottolineato la necessità di confrontarsi sul tema con uno sguardo fiducioso, per gettare i semi di un nuovo rapporto tra adulti e giovani ed a questi ultimi ha rivolto un messaggio di incoraggiamento con le parole di san Paolo VI, la cui memoria liturgica si è celebrata proprio il 29 maggio.
Nel corso degli interventi è emerso un rapporto intergenerazionale difettoso o assente che altera o impedisce la costruzione dell’identità dell’adolescente e del suo equilibrio affettivo; in particolare, il dott. Gugliandolo ha spiegato che dietro gli episodi di violenza giovanile c’è un vuoto relazionale: il mondo adulto, infatti, non riesce ad instaurare un dialogo né a dare ai giovani fiducia ed essi gridano la loro solitudine e il loro senso di inadeguatezza attraverso un comportamento violento o un isolamento dalla comunità.
Padre Marzullo, riportando la sua esperienza di parroco in un territorio problematico, ha sottolineato la necessità di un intervento sinergico tra comunità, famiglia, agenzie educative, per recuperare la pratica della cura e dell’ “abbraccio”, porre i giovani al centro di una relazione generativa ed elaborare strategie durature.
La dott.ssa Pricoco ha evidenziato che “tutti sono operatori di giustizia” e che “la giustizia coltiva la speranza del cambiamento”: per ragazzi “incastrati in comportamenti devianti” si rendono necessarie misure drastiche, ma è altresì necessario l’accompagnamento ed il recupero della dimensione affettiva da parte di ciascuno, in vista dell’acquisizione di una nuova consapevolezza che solo dal rispetto delle regole può scaturire. La giustizia non esclude la speranza, ma ne è il fondamento.
In chiusura, i relatori hanno consegnato ai presenti tre parole – chiave per fare sintesi: Bellezza (padre Marzullo), Amore (dott.ssa Pricoco) e Fiducia (dott. Gugliandolo).
A seguire, in particolare, due interventi hanno evidenziato come scegliere di cambiare vita sia possibile.
Il Questore dott. Gargano ha raccontato come nella sua esperienza personale ci siano state delle figure significative che lo hanno accompagnato nel suo percorso di crescita, permettendogli di raggiungere la posizione apicale che ricopre oggi e come tutti i ragazzi abbiano bisogno di trovare una figura di riferimento per non fare scelte sbagliate.
Francesco, un adolescente, ha voluto raccontare a tutto il pubblico la sua storia di vita, già segnata da forti traumi, attraverso la lettura di un suo toccante tema dal titolo “Il mio cambiamento”, nel quale ha evidenziato la sua voglia di rinascita.