L’Abbazia di SS. Pietro e Paolo D’Agrò il luogo più significativo della Valle d'Agrò, e si trova proseguendo da Savoca per Casalvecchio Siculo.

Questa costruzione unisce l’idea della torre e della chiesa, il suo slancio verticale e la merlatura è un incrocia di architettura bizantina e islamica, e nel suo genere è rarissimo. Può ritenersi il punto di conclusione di tutta la corrente di cultura architettonica che fu definita basiliana ed è la struttura più notevole del periodo normanno.

L’Abbazia di SS. Pietro e Paolo D’Agrò il luogo più significativo della Valle e si trova proseguendo da Savoca per Casalvecchio Siculo.

Questa costruzione unisce l’idea della torre e della chiesa, il suo slancio verticale e la merlatura è un incrocia di architettura bizantina e islamica, e nel suo genere è rarissimo. Può ritenersi il punto di conclusione di tutta la corrente di cultura architettonica che fu definita basiliana ed è la struttura più notevole del periodo normanno.


L’architettura della chiesa è, relativamente ai caratteri dell’architettura coeva siciliana, uno squisito lavoro di sintesi, un fantasioso amalgama stilistico che, ai limiti del dialetto, ma senza cadervi, fonde insieme elementi disparati: verticalismo nordico e decorazione bizantina. [tratto dal pannello posto all’ingresso dell’Abbazia]
La sua costruzione sarebbe iniziata intorno al 1116 e terminata intorno al 1171, come documenta l’apigrafe in greco incisa sullo pseudo-architrave del portale d’ingresso. Successivamente, nel corso del XVI secolo, la chiesa subì varie trasformazioni che non intaccarono il primitivo impianto.
Il monastero fu definitivamente abbandonato nel 1794. Nel 1904 la chiesa, nel frattempo passata in mano privata, fu acquistata dallo Stato Italiano.
La planimetria della chiesa è singolare. La pianta pseudo basilicale a tre navate mostra una sintesi tra pianta centrale e longitudinale. L’esterno ha l’aspetto fortificato di ecclesia munita, aspetto ancor più accentuato dalle merlature perimetrali e dal verticalismo del corpo absidale, del tutto simile ad una torre. La chiesa è decorata da una fitta serie di lesene e di arcature intrecciate che si svolgono sulle superfici perimetrali, vivacizzate da effetti coloristici ottenuti dall’impiego di materiali diversi (mattoni, arenaria, calcare e pietra lavica).
Tale apparato murario trova forti rispondenze nella tradizione bizantina delle maestranze isolane, nonostante due secoli di dominazione araba. L’apporto di quest’ultima cultura è ben visibile nella sagoma ad ombrello della cupola centrale o nella cupoletta emisferica del presbiterio, come nell’uso delle arcate intrecciate nei paramenti esterni. Infatti lungo l’asse della navata centrale si elevano due cupole: la prima, su alto tamburo, è ondulata a spicchi; la seconda, nell’area del transetto, è su tamburo più basso a pianta ottagonale.
Tutt’oggi l’Abbazia è luogo di incontri culturali e musicali, utilizzata anche per sporadiche funzioni di religione cristiana e di ortodossa. Tutto il complesso è sotto tutela della SS. dei Beni Culturali di Messina.