Savoca si presenta con una piccola piazzetta con una vista sulla valle con lo sfondo all’orizzonte della Calabria. Nella piazzetta si trova anche il reso celebre bar utilizzato da Coppola nel film il Padrino, trasformato in un simbolico museo kitsch sul film con foto di scena e oggetti che richiamano la Sicilia raccontata dal film.
Savoca si presenta con una piccola piazzetta con una vista sulla valle con lo sfondo all’orizzonte della Calabria. Nella piazzetta si trova anche il reso celebre bar utilizzato da Coppola nel film il Padrino, trasformato in un simbolico museo kitsch sul film con foto di scena e oggetti che richiamano la Sicilia raccontata dal film.
Dalla Piazza seguendo la strada che sale a sinistra è possibile raggiungere la Chiesa di S. Lucia (XV secolo), struttura di origine Romana, i ruderi del Castello Pentefur, la cui edificazione si fa risalire ai mitici abitanti di quei luoghi e che venne ricostruito dagli Arabi e, in seguito, dai Normanni.
Nel centro storico di Savoca sorgevano anticamente 17 chiese, molte delle quali sono ancora esistenti. Come ultima meta consigliamo la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta, è la Chiesa Matrice di Savoca ed è un monumento nazionale italiano dal 1910. Edificata nel 1130, presenta una facciata a doppio spiovente con un portale centrale, di impostazione rinascimentale, spinto verso l’alto da paraste laterali che guidano lo sguardo verso il rosone in pietra lavica a cinque bracci. Nella Cripta della chiesa nei secoli passati si procedeva alla mummificazione delle salme dei notabili del paese.
La Cripta racchiude 32 corpi mummificati del XVII e del XVIII secolo, di cui 17 posti nelle nicchie, negli abiti della loro epoca parzialmente imbrattati di vernice verde a seguito di un’azione vandalica. Altri 15 corpi sono collocati in casse. Il primo corpo mummificato, identificato con certezza, risale al 1776. Le catacombe di Savoca sono a tutti gli effetti una “Necropoli sotteranea”.